mercoledì 14 dicembre 2016

Dylan Dog - Cose perdute




Ho avuto un amico immaginario da piccolo.
Lo percepivo distintamente, reale come il resto del mondo.
Era lui e sua madre; ma il mio amico era quello con cui interagivo.
Nell’albo di Dylan Dog di questo mese si parla di amici immaginari e di percezioni infantili. Questa storia mi ha coinvolto intimamente, mi ha portato a fare un profondo esame di coscienza e mi ha ricordato quanto avventurose fossero le scorribande che vivevo con quell’amico, con quanta fantasia addobbavo i miei giochi con gli amichetti reali, che altrimenti sarebbero stati soltanto corse, nascondini e grida.
I miei giochi da piccolo avevano già fame di storie.
Non mi accontentavo di giocare e basta: doveva accadere qualcosa di totalmente coinvolgente, di meraviglioso.
Credo che sia stata questa spinta che mi ha portato poi a essere tanto curioso e a cercare quelle avventure nei libri, nei fumetti, nei film o nelle serie tv... e nelle persone.
Quella di Paola Barbato è una storia universale perché non racconta soltanto di un killer e dell’indagine per acciuffarlo, parla di qualcosa che brilla nella sfera intima della natura umana.
Il mio amico immaginario… non ricordo il momento che se n’è andato. Non ricordo una mia reazione alla sua sparizione.
Forse quando è nato mio fratello.
Forse era lui che mi avvertiva che stava arrivando, era il mio bisogno di realizzare qualcosa che ancora potevo solo percepire dentro mia madre.