venerdì 2 dicembre 2011

Racconto - SHORT 08 - Indaco






Ecco l'obiettivo.
Può essere maschio o femmina, solitamente adulto.
Mi scorge per un istante.
Poi rivolge uno sguardo interessato verso un muro bianco; qualche volta ha l’optional di grattarsi la testa.
Da alcuni anni estrae il cellulare, veloce come Tex e sembra che ricordi d’improvviso una telefonata da fare.

Si sta avvicinando…
Ci incrociamo...
E' in questo istante che il cellulare torna in tasca, la mano smette di rufolare tra i capelli e una sorta di rilassamento generale invade il suo corpo.

Ecco, in questo preciso momento, appena dopo che l’obiettivo ha pensato pressappoco “eh, questi sono i problemi, bisognerebbe ricordarcene quando ci si lamenta”, io divento indaco.

Esattamente in quell’istante esco dai loro pensieri perché (e non l’ammetterebbero mai), gli faccio più paura che pena.
Rappresento quello che avrebbero potuto essere.
Quello che i loro figli avrebbero potuto essere.

L’indaco si dimentica sempre.
Quando smette di piovere catene di gocce deridono la fredda scienza, diventando una meraviglia della natura: l’arcobaleno.
Lo puoi vedere per alcuni istanti.
Se ti fermi, per alcuni minuti.
Ma quando cerchi di ricordartene i colori ne manca sempre uno: l’indaco.

Io sono quell’istante, quel colore.
Poi rimango solo una sagoma in carrozzina che si allontana dalla sua giornata 


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Marco Frosali

N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.


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