lunedì 5 novembre 2012

I miti non si scelgono da soli

I miti non hanno vita facile.
Se sei un mito devi per forza aver passato un brutto quarto d'ora, anche solo una volta nella vita.
Spesso non c'è nemmeno la soddisfazione di godersi lo status, perché il protagonista non arriva ad esser vecchio.
Soprattutto, i miti sono inconsapevoli di esserlo nel momento che compiono l'azione per cui saranno ricordati.

Il mito dell'unicorno, foto presa dalla rete.

 
Persino trovare un reale sinonimo di mito è un'impresa mitologica.

Oggi capita di incontrare i "falsi miti"; parlarne sa di retorica e predicazione.
Forse perché ce ne sono troppi di preconfezionati.
La capillarizzazione dei media ha reso loro la vita difficile.
Qualcuno lo becchi e te ne tieni alla larga, mentre altri riescono a essere miti a tempo determinato (ossimoro, invero, perchè un mito è per sempre).
In realtà alcuni media cercano di produrre un mito su misura per una certa fascia di utenti, cercando di carpire in anticipo le abitudini e le passioni di un certo momento storico.
Questi miti con timer non sono eterni ma producono abbastanza denaro da accontentare chi li ha creati.

Diamo un taglio al problema.

Non voglio parlare dei miti della letteratura classica o della storia, perchè non sono proprio quello che mi serve per illustrare il senso di questo post.
Non voglio nemmeno alludere a periodi o luoghi leggendari perchè non coglierebbero il senso di quello che voglio dire.

Questo perchè sono ormai consacrati nel tempo, indipendentemente dalla piattaforma culturale che li presenta.

Mi piacerebbe invece parlare di miti generazionali.

Woodstock, per esempio, oppure Il film-musical "The Rocky Horror Picture Show" ma anche Pinocchio, L'Apollo 11, Martin Luther King, Michael Jakson, Pelè, Mohamed Alì... tutto ciò è mito. E' mito adesso e lo sarà per sempre anche se esiste da pochi decenni.

Perchè per sempre? Come faccio a saperlo?
Perchè a me non piace l'Eneide (preferisco l'Odissea anche se quella puntatina nell'Ade è di una forza inaudita) ma capisco perchè appartenga al mito e concordo che lo sia.

Quanto citato sopra rimane un mito, perchè una certa generazione lo ha decretato tale e tale sarà considerato fino alla fine della loro esistenza (l'effetto nostalgia incrementerà la forza del ricordo).
Le generazioni future verranno a patti con le leggende dei loro predecessori e qualcuno capirà o rispetterà l'idea.

Adesso prendo due film che sono molto differenti ma che calzano a pennello per il mio discorso.
Il "Corvo" e "Avatar".

Il primo è un mito, il secondo no.
Parere personale, certo ma sono abbastanza sicuro di quello che ho detto.
Hanno cercato di elevare il film di Cameron a uno status eterno grazie a un bottage pubblicitario e un marketing senza precedenti ma è andata male. Può piacere o meno ma quello che rimane di questo colossal è l'icona modificata e blu di alcuni volti qua e là sui social network.
Potrei dire la stessa cosa di tanti remake gettati in pasto al mondo per fare cassa.

Il Corvo è un film con costi irrisori rispetto alle grosse produzioni hollywoodiane. Presenta autori praticamente sconosciuti che recitano la trama di un fumetto esploso soltanto dopo il successo del film.
Per citare un altro mito: Frankenstain Junior.

Perchè il Corvo è un mito e Avatar no?

Perchè un mito capita.

Te ne accorgi dopo un po', quando capisci che altre migliaia di persone provano per una certa cosa il tuo stesso sentimento.
Quando pensi a quello spillo che hai sentito nella schiena in un certo momento, per una certa frase o una musica, una storia...
Quella cosa la citi insieme al suo contesto in momenti particolari della vita e ti accorgi che è così calzante che diventa universale.
E' così che si trasmette il mito.
 

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