giovedì 12 maggio 2016

Prima lucciola maggiolina.



Da piccolo credevo che le lucciole fossero ampolle di luce. Avevano dentro la stessa magia delle lampadine di Natale, ma erano vive.
La sera di maggio dopo cena, mi sedevo fuori col nonno e fissavo il prato per vedere lampeggiare i puntini luminosi. Mi chiedevo se era la stessa che si spostava veloce o se ce n'erano tante.
Perché di puntini ne puoi seguire uno alla volta, come le stelle, che non la puoi vedere tutte insieme.
- Lo sai che le lucciole portano soldi? - Diceva nonno.
Lo guardavo a bocca aperta, lui rideva e continuava.
- Se la sera ne catturi una e la rinchiudi in un barattolo, al mattino dentro ci trovi dei soldi.
- E come fanno a portarceli?
- Eh, li fanno loro.
Mi sforzavo di capire il funzionamento e conclusi che era lo stesso principio della gallina che fa le uova.
I ragazzini hanno una fiducia incondizionata negli adulti.
Una sera mio nonno entrò in casa con le mani chiuse a nicchia, chiese un bicchiere e lo capovolse su una lucciola. Da vicino era un insetto normale e aveva smesso di brillare, come se fosse infelice, adesso.
Restai a guardarla fino a tardi; andai a letto.
Al mattino la lucciola era morta, accanto aveva alcuni spiccioli.
La magia era finita.




Lucciola lucciola vien da me,
ti darò il pan del re;
pan del re e della regina,
lucciola lucciola vien vicina.
Lucciola lucciola vieni da me,
ti darò veste da re,
veste da re, mantello da regina
lucciola, lucciola piccolina.
Lucciola lucciola vieni da me,
ti darò letto da re,
letto da re, lenzuola da regina,
lucciola lucciola maggiolina.

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