domenica 7 ottobre 2012

Ulisse è morto.

"... Non vogliate negar l'esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

... ma anche no.

Immagine a corredo presa dal web.


Uno degli aspetti che da sempre contraddistingue la razza umana è la ricerca, figlia della curiosità.
Può essere materiale o intellettuale ma da quando l'ominide ha alzato la testa e ha cominciato a far lavorare il cervello, non si è più fermato.
La ricerca si è evoluta con la razza umana e il metodo con cui perseguirla è diventato sempre più complesso e razionale.
Nella porzione del canto di Dante postata sopra, l'Alighieri consegna al tempo l'indole umana, quella cosa che, insieme al bel pollice opponibile, ci rende la razza più intelligente.

Va beh, tralasciamo tutto ciò che quest'ultima affermazione potrebbe comportare...

La ricerca ha permesso all'evoluzione di essere meno casuale.
La ricerca adesso è un pò meno libera; appannaggio di società private che la finanziano e dalla quale vogliono risultati economici.
Giusto o sbagliato, è un aspetto reale.

Il problema è che le persone stanno perdendo il bisogno di ricercare.

Per assurdo, farlo oggi è talmente facile che persino un bimbo digita alcune lettere su un motore di ricerca e questo gli propone migliaia di risultati da vagliare.

Ma questa non è Ricerca.
Quella a cui mi riferisco coincide con il tempo che viene dedicato alla persecuzione di un obiettivo: una ricerca in biblioteca, la voglia di riascoltare una canzone che da settimane la radio non passa, un episodio di quel cartone animato o quel film che da troppo tempo non traspettono...
Con l'attesa e la speranza, la pazienza.
Cercare oggi, secondo me, è diventato più facile e superficiale.
Il problema è che in alcune scuole elementari, far fare una ricerca moderna, coincide col far cercare su Google o Wikipedia un particolare argomento.
Con tutto il rispetto e con la consapevolezza che quelli citati siano strumenti essenziali e probabilmente i più attendibili, trovo più adeguato far passare il messaggio che molto di quello che appare in rete potrebbe essere distorto o non aderente alla realtà.

Non dovrei essere io ad aprire l'enciclopedia a mia figlia e farle vedere come faceva il babbo ai suoi tempi (eh sì, ci son arrivato a farmi sentir dire la frase ferale) e confrontare se le due fonti coincidono.
Io stesso dipendo tantissimo dalla rete per le mie ricerche.

Questo aspetto, d'altronde, si propaga nel mondo mediatico. Mi è capitato più volte di leggere notizie ritrattate perchè l'origine era stata velocemente cercata in rete e risultata falsa.

Tornando alla ricerca più "alta", quella che porta alle scoperte, alla consapevolezza, all'evoluzione della propria conoscenza, la trovo in serio pericolo.
Prendendo per esempio la tecnologia, ricordo che per smanettare con i primi computer, si diventata tutti un pò programmatori. Ricordo di programmi in linguaggio Basic chilometrici per veder spuntare la rappresentazione grafica di una equazione o un diagramma.

Non è così con i nuovi sistemi informatici; immediati e facilmente comprensibili: fanno tutto loro.
Sapere come sono fatti dentro e quali programmi li muovono diverrà appannaggio degli addetti ai lavori; questo per tutti gli strumenti, dagli elettrodomestici alle automobili.
Ciò renderà l'essere umano più passivo, dipendente dagli esperti, riavvicinandoci a tutta quella fascia evolutiva che da un pò ci eravamo lasciati alle spalle.

Insomma, non credo che la scimmia in un laboratorio non saprà usare un ipad...

Concludendo, le nuove generazioni, secondo me, saranno meno curiose, meno pazienti e meno spiazzate dalle novità.

1 commento:

Baltorr ha detto...

Caro Marco, noto con piacere che hai subito accolto il mio sprone a "coltivare" il blog... Bravo!;-)

Tu haio scritto: "Il problema è che le persone stanno perdendo il bisogno di ricercare. Per assurdo, farlo oggi è talmente facile che persino un bimbo digita alcune lettere su un motore di ricerca e questo gli propone migliaia di risultati da vagliare".
A questo proposito ricordo che il dominus presso il quale facevo pratica per diventare avvocato mi sollecitava sempre a ricercare quello che mi sarebbe servito per documentarmi su una pratica non sulle banche dati dei CD (allora internet era ancora qualcosa agli albori...) ma consultando libri e volumi. Così avrei appreso meglio e meno superficialmente... E aveva ragione!