giovedì 8 novembre 2012

I cipressi e la Terra

Immagine a corredo trovata in rete.


I cipressi sono i silenti testimoni dell’immobilità.

Sfilano per strade che non portano in nessun posto, alfieri delle nostre memorie.

Sono le dita degli dei che tengono separate la carne dalle nostre illusioni che rimangono a galleggiare insieme al rimpianto, come la nebbia autunnale, pronte per trovare un nuovo alloggio.
E l’illusione più grande è quella che trova subito dove attecchire le sue radici, da qualche parte, nell’antro più riposto, dove risiede la speranza che germoglia nella negazione della fine.

Quante ossa la Terra ha ripreso indietro?
Ci sforziamo di viaggiare, con il corpo e con la mente ma rimaniamo sempre qua. E ci rimarremo per sempre finché non saremo qualcosa d’altro, forse di più utile.
Quante ossa sono accatastate sotto i nostri passi? La Terra gronda dei morti del passato e sembra non esserne mai piena.

Eppure è la stessa Terra, placenta dei vivi, rigoglioso alveare dove trascorrere il tempo che passa tra l’andata e il ritorno.
Eppure è la stessa Terra che dona la vita a pretendere il tributo del nostro involucro vuoto.


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Marco Frosali

N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

3 commenti:

Baltorr ha detto...

L'involucro è vuoto... ma l'anima è immortale e su ali d'aquila può arrivare al Paradiso...

Marco Frosali ha detto...

Ammetto di aver proposto una visione leopardiana della vita...

Baltorr ha detto...

;-)