Che ha visto spegnersi le stelle della speranza.
Buonanotte.
Che alla guerra non ha potuto dire no.
Ma lo dicesti a tuo nipote, quando ti chiese se avevi mai ucciso.
Quel no tentava di cancellare il ricordo di uomini, conosciuti solo dal di dentro.
Perché in quei momenti è una questione di sopravvivenza, di attimi: si salva il primo che preme il grilletto. Non serve coraggio per questo, basta la paura.
Quante volte ti sei chiesto, guardando oltre la cortina della polvere da sparo, perché eri lì?
Ascoltavi i tuoi passi stanchi, battere terra e sangue bruciato.
Le suole nascondevano l’incertezza nei tuoi piedi.
Ad ogni passo avanti cresceva la voglia di tornare indietro.
Quale ideale ti hanno chiesto di seguire?
Il tuo?
Allora dov’è tua moglie da carezzare, la terra da coltrare, gli animali da nutrire?
Dov’è il tavolaccio degli arnesi sporchi, da oliare per il prossimo inverno?
Dov’è finito il tavolino del bar per sfidare gli amici a carte?
Dove li hanno cacciati i tuoi ideali? dietro quale falso nemico?
Buonanotte vecchio soldato, dormi il sonno eterno della pace che hai tanto anelato.
Una pace che dopo averla scritta sulla carta, la guerra l’hanno lasciata lì, dentro di te.
Da allora.
Buonanotte, per l’ultima volta rigido e sugli attenti, al cospetto di Dio, riposi nel ligneo giaciglio, insieme a una bandiera, una sigaretta e una medaglia.
Buonanotte vecchio soldato, là dove stai marciando ritroverai il tuo nemico.
Allora, davvero, la tua sfida con lui sarà soltanto a carte.
Marco Frosali
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